Casco verde, camicia bianca, farfallino a pois e il coraggio che fece stupire i colleghi e impazzire gli appassionati. Contagiato dal padre, gli Hawthorn iniziarono l’attività sportiva con due Riley ottenendo numerose vittorie. Fin da subito, Mike fece mostra delle sue eccezionali qualità e al suo debutto al GP del Belgio giunse quarto, era il 1952.
L’anno successivo debuttò con Ferrari alla Temporada Argentina quando il pubblico invase la pista causando incidenti mortali. Il 5 luglio si aggiudicò il GP di Francia, compiendo il suo capolavoro. Una lotta accanita tra Cavallino e Tridente, tra Hawthorn e Fangio.
Nel 1954 a Siracusa la vettura si incendiò procurandogli dolorose scottature. Poco dopo cadde nello sconforto per la perdita del padre. Nel 1955 si impegnò con la Jaguar per le corse Sport e con la Vanwall in F1. Una stagione sfortunata, anche se vinse, in coppia con Bueb, la tragica 24 Ore di Le Mans. Mike si portò al rifornimento compiendo una mossa azzardata e innescando l’incidente. L’auto di Levegh travolse le tribune, lui e ottantadue spettatori persero la vita. Mike concluse la gara per regolamento.
Nel 1958, dopo il ritorno in Ferrari, ottenne il titolo iridato battendo di un solo punto il suo rivale Moss. Poche settimane dopo annunciò il suo ritiro, non sentiva più la motivazione per correre e aveva perso i più cari amici nelle competizioni, tra cui Peter Collins. Sei settimane dopo la decisione fece un incidente mortale con la sua Jaguar… una vita segnata, il gaudente gentiluomo era fatalmente malato.