Dopo quindici anni di attività decise di abbandonare le corse per tornare a Bull, in Nuova Zelanda, senza mai vincere un Gran Premio. Alla vittoria, Chris Amon, ci andò vicino molte volte, ma è sempre accaduto l’imprevedibile a negagli il podio della F1. Una foratura nel 1971 con la Matra, la bruciatura di un fusibile nel 1968 con Ferrari…
Per molti è considerato uno dei più grandi piloti. Per i tecnici un eccellente pilota collaudatore, prezioso nelle indicazioni per il miglioramento della vettura. I meccanici lo apprezzavano per la sensibilità.
Non in F1, ma ci sono state anche vittorie. Nel 1966, dopo la vittoria della 24 Ore di Le Mans, in coppia con McLaren, la Ferrari ingaggiò Amon. Un inizio clamoroso, vinse Daytona in coppia con Bandini, vittoria che si ripetè a Monza. Con le monoposto vinse nella Coppa di Tasmania. Stupì con una AC Cobra a Brands Hatch arrivando secondo. Fece notare i suoi talenti guidando per dieci marche diverse. A pari condizioni è stato spesso superiore agli altri, ma sfortunatamente non vinse, mai.
Era arrivato in Europa chiamato da Reg Panell, nel 1963 alla guida di una Lola. Il vero esordio a SPA, ma la macchina, con motore ancora a carburatori, non teneva il ritmo contro quelle con l’iniezione. Gli inizi erano sempre incoraggianti, le premesse c’erano, poi arrivavano le delusioni.
L’incidente di Niki Lauda al Nürburgring, nell’agosto del 1976, fu decisivo, Amon lasciò le corse senza vincere neppure un Gran Premio… la sfortuna esiste?