Nel 1984 debuttò in pista un giovane destinato a occupare un ruolo fondamentale nella storia della F1: Ayrton Senna.
Il 6 maggio a Imola segnò l’unico NQ della sua carriera. A Monaco sbalordì per la guida perfetta sotto la pioggia battente. Firmò con la Lotus e rimase nel team fino al 1987, fu quarto nel ’85 e ’86 e terzo nel ’87. L’era di Senna iniziò nel 1988, concluse con 13 pole e otto vittorie. La rimonta di Ayrton a Suzuka fu sensazionale, alla partenza la vettura si fermò… poi cominciò a diluviare e riprese in mano la corsa, vincendo il suo primo mondiale. Nel 1990, dopo le scuse di Senna a Balestre, si riaccesero i motori. La battaglia Prost-Senna era molto viva e dopo una finta pace a Monza, ancora a Suzuka lo scontro. Con sei vittorie all’attivo, il brasiliano fu primo nel Campionato.
Il 1991 fu ancora dominato da Senna, a Suzuka realizzò il suo terzo titolo iridato. La McLaren di Senna per il 1992 e 1993 non fu all’altezza della supremazia della Williams. Nel 1994 passò alla William e la terza gara si disputò a Imola. Un weekend tragico: incidente di Barrichello il venerdì, la funesta uscita di pista del giovane Ratzenberger. Ayrton era scioccato, confidò alla fidanzata che avrebbe portato con se una bandiera austriaca per Roland, ma il destino travolse anche lui. Alla curva del Tamburello la Williams tradì Ayrton, sbatté contro il muro e rimbalzò in pista. “Nada pode me separar do amor de Deus”.