Io tigro, tu tigri, egli tigra
“Mi piace immensamente questo lavoro. Non ne vorrei fare nessun altro. Quando ho in mano il volante mi sento un uomo completo, sereno, soddisfatto. Nemmeno nei momenti più bui, nemmeno quando la sfortuna mi ha colpito più duramente, ho perso la fiducia in me stesso, mi sono sentito assalire dallo sconforto. Io mi dico sempre che tutto quello che ti viene addosso fa parte del gioco, del lavoro che faccio, quindi non c’è ragione di abbattersi”.
Dal cortile dell’officina del padre alla moto. Dalla moto al titolo di campione del mondo con il go-kart nel 1961. Ancora sulle due ruote e negli anni ‘68 e ‘69 fu campione italiano con una Aermacchi. Nel 1963 Brambilla debuttò in Formula 3 e nel ’72 conquistò il titolo italiano. In F1 nel 1974, e per i due anni successivi, alla guida di una monoposto March sponsorizzata Beta utensili. Nelle stagioni ‘77 e ’78 con il team Surtees. Si accordò con l’Alfa Romeo per il 1979 e 1980. Alla conclusione campionato mondiale del 1980, Brambilla si ritirò dalle corse, sulla decisione influirono anche le ferite subite nell’incidente avvenuto a Monza nel ’78.
Fu un grande pilota e un collaudatore eccellente. Lo caratterizzavano semplicità, coraggio e una carica di simpatia ineguagliabile. Una sola vittoria in Austria, nel 1975, sotto una pioggia battente. Un uomo che avrebbe fatto “miracoli” se avesse avuto una macchina all’altezza delle sue capacità.