Il giovane Ugo Zagato ha avuto l’intuito di pensare all’auto come a un aeroplano, senza ali, molto leggera con il telaio formato da un intreccio di tubi sottili. Un talento coltivato da autodidatta e dalla sua totale devozione. A soli quindici anni lasciò la città nativa, Gavello, per trasferirsi a Colonia, in Germania, assunto in un’azienda meccanica. Rientrò in Italia, dopo quattro anni, per assolvere il servizio militare. Dopo il congedo trovò un impiego nella Carrozzeria Belli di Varese, specializzata nell’assemblaggio di veicoli industriali e autobus. Nel 1915 l’Italia entrò in guerra e Ugo Zagato non fu assegnato al fronte, ma nella fabbrica di aeroplani Officine Pomilio-Ansaldo di Torino.
Da questa esperienza, fondamentale per la sua carriera, apprese i segreti dell’aerodinamica, delle leghe dei metalli e delle carrozzerie leggere. Fondò la Carrozzeria Zagato a Greco, nei pressi di Monza, nel 1919. Il primo modello prodotto nella sua carriera, la Fiat 501 Sport, rifletteva pienamente la sua filosofia ispirata all’aeronautica e alla “light construction”. Significativa ed estremamente produttiva fu la collaborazione con l’Alfa Romeo, che divenne sinonimo di successo.
Era la Scuderia Ferrari, con il giovane Enzo, che gestiva le corse del Biscione. Ferrari e il designer instaurarono un rapporto molto prolifico, confermato dalle affascinanti vetture prodotte, sia nello stile che nell’innovazione tecnica. L’incontro e la collaborazione tra Zagato e un altro talentuoso genio, Vittorio Jano, impiegato nel dipartimento design della Portello, diedero vita al capolavoro Alfa Romeo 6C, 1500 e 1750 cc. Jano chiese all’amico una carrozzeria veloce e leggera e Ugo sperimentò l’innovativo telaio tutto in metallo, senza utilizzare il legno. I pannelli di alluminio erano ancorati alla struttura della 6C usando l’esperienza che Zagato aveva raccolto nei suoi anni di lavoro alla Pomilio.
Il suo nome è strettamente legato a quello della Mille Miglia. In tutte le 24 gare, dal ’27 al ‘57, partecipò come costruttore di riferimento e per cinque volte vittoriosa fu una vettura carrozzata da lui.
L’importante contributo di Ugo Zagato nell’evoluzione delle autovetture non è solo nella tecnica, ma anche nella personalità delle linee. La sua visione moderna si espresse nell’inconfondibile stile creato, “Zagato-Type”. Ha vestito sia memorabili auto da corsa che lussuosi ed eleganti veicoli. Nel 1960 ricevette il prestigioso premio Compasso d’oro per la Abarth 1000 Z.
Dal suo matrimonio con Amelia Bressello nacquero due figli, Elio nel 1921 e Gianni nel 1929, che, con Ugo e poi da soli, proseguirono il lavoro nel totale rispetto della filosofia del padre: creare vetture confortevoli, veloci, sicure ed essenziali. Oggi è il nipote Andrea il titolare della società, custode della tradizione Zagato.