O.S.C.A. è l’acronimo di Officine Specializzate Costruzione Automobili. Le OSCA, costruite dai fratelli Maserati, dopo aver venduto il marchio e la relativa fabbrica a Omer Orsi negli anni ‘50, erano dei veri e propri gioielli da corsa.
Il mio primo incontro con una OSCA fu nel 1952, quando mio padre invitò un suo caro amico delle corse, Al Garthwaite, per il pranzo della domenica a casa nostra a Radnor, in Pennsylvania.
Mi ricordo che sentii questo forte rumore, quasi come un boato, provenire da una marmitta aperta, mischiato a mugolii di marce, dirigersi verso casa nostra. Prima di vederla, percepii un odore acre di olio Castrol. Corsi alla finestra, mi affacciai e mi trovai davanti questo gioiello di auto sportiva, l’OSCA. Si trattava della vincitrice delle Mille Miglia di quell’anno nella classe 1100cc, la MT4, che in precedenza era appartenuta a Giulio Cabianca. Inutile dire che me ne innamorai subito! Era davvero bellissima. Da quel momento le OSCA entrarono a far parte del novero delle mie automobili preferite.
Un anno dopo, durante le vacanze in Italia della mia famiglia, mi recai con mio padre alla fabbrica OSCA a Bologna. Rimasi sbalordito nel vedere la costruzione di questi gioielli e mi ricordo che Bindo Maserati ci mostrò la fabbrica, spiegandoci tutte le complessità e le caratteristiche tecniche delle loro automobili.
Fu davvero eccitante esaminare la loro prima V12 Grand Prix, che era in fase di preparazione per la sua prima uscita, e una meravigliosa OSCA MT4 Berlinetta, in costruzione per Gigi Villoresi. Notai che lo stemma OSCA sul frontale dell’auto GP era storto, così lo feci presente a mio padre. Bindo ci stava osservando e in cinque minuti arrivò un apprendista con una piccola lima arrotondata per rimuovere lo stemma, poi allungò i buchi per il fissaggio e lo rimontò nella posizione corretta. Questa era la mentalità e l’etica di lavoro dei fratelli Maserati: tutto ciò che creavano doveva essere fatto con il più alto standard possibile.
Le OSCA erano delle “ammazza giganti”, come molti di voi sapranno, e riscossero molto successo in tutto il mondo. Stirling Moss si aggiudicò la 1ª posizione alla 12 Ore di Sebring, su una OSCA MT4 1500CC, battendo altre auto molto più potenti come Aston Martin, Ferrari e Jaguar.
Il restauro della OSCA
Ora, proiettiamoci a vent’anni dopo, nel mezzo degli anni ‘70, quando la Griswold Company operava a Berkeley, in California. Steven Block, il locatore della mia casa, era un vero appassionato di automobili Italiane. Un giorno mi chiamò e mi chiese di andare a San Francisco, per dare un’occhiata a una OSCA MT4 n.1164 del 1954, che era rimasta addormentata per anni in un garage a Pacific Heights. Steven prese tutti gli accordi con il proprietario per vederla. Quando si aprirono le porte del garage non vedemmo alcuna auto, perché si trovava appesa con delle corde al soffitto. Abbassandola per poterla visionare da vicino, constatammo fortunatamente che era completa, così Steve concluse l’acquisto consegnando il denaro necessario.
La tappa successiva fu la mia officina a Berkeley, dove l’automobile subì un restauro completo. Fui davvero molto lieto di poter restaurare una delle mie automobili preferite. Si trattò di un lavoro semplice visto che l’auto era completa e non danneggiata, perché non aveva mai subito un incidente in corsa. Mi ci vollero circa otto mesi per completarla. Era davvero una meraviglia nel suo color blu originale, che faceva risaltare le linee sportive ed eleganti. Un dovere citare Morelli, il costruttore della carrozzeria, perché fu molto bravo nel suo lavoro.
Non avevo mai guidato una OSCA e fui molto stupito di quanto fosse veloce e compresi il successo che aveva riscosso. Volava. Aveva uno sterzo molto leggero e degli ottimi freni, la tenuta di strada era fantastica. L’unica cosa fastidiosa era il motore, montato solidamente al telaio senza guarnizione in gomma, trasmetteva all’automobile vibrazioni estreme. A parte questo, si trattava di un’automobile da corsa quasi perfetta, cosa che non mi sorprese vista la sua discendenza dai fratelli Maserati.
Per le OSCA nutro da sempre grande ammirazione e rispetto. Voi cosa ne pensate?