Piazza Vittoria è alle mie spalle, la baraonda dell’arrivo si è calmata. La Mille Miglia è finita.
Nell’aria e sui miei abiti aleggia ancora il profumo intenso della benzina. L’olfatto, il senso che sviluppiamo per primo e ci fa riconoscere il mondo che ci circonda, apre subito una suggestione. Immagino il Mantovano Volante che taglia il traguardo vittorioso nel 1933.
Nel cammino verso il parcheggio, noto un bambino con il nonno che stanno salendo sulla loro Fiat 500. Corro per rubare uno scatto. Non ben riuscito, ma notate quante bandierine ha collezionato!
L’inconfondibile rumore della 500 si sta allontanando e davanti a me ho chiaro il fotogramma della speciale giornata dei due complici. Affiatati, mano nella mano, il nonno con la sua voce rassicurante coinvolge il piccolo e lo incoraggia a sognare.
La storia è più emozionante quando la racconta chi l’ha vissuta…
– Quand’ero bambino, questa gara era parte di noi, della nostra vita. Attendevo quel giorno per mesi. Per la Mille Miglia mi era concesso di saltare la scuola, mi alzavo di notte per andare a vedere i miei idoli passare… Molte cose sono cambiate da allora, lo spirito è diverso, ma il fascino quello no, è rimasto intatto.
I ricordi sono fuori controllo, si intrecciano, ed escono come una cascata impetuosa senza interruzione. Filippo, ha lo sguardo rapito dalle parole del nonno. La verità e la leggenda si sovrappongono.
– Io c’ero, l’ho visto con i miei occhi Achille Varzi tagliare il traguardo, deve essere stato il 1934 o giù di lì. Devi sapere che c’era in ballo un duello tra Varzi e Nuvolari. Noi eravamo trepidanti, non c’erano tutte le informazioni di oggi e dovevamo aspettare l’arrivo per sapere chi avesse vinto.
Filippo fa finta di immaginare, tanto il nonno chi lo ferma più?
– Qualche anno prima, alla vera Mille Miglia, Achille, era un pilota di Galliate, subì uno smacco pazzesco da Tazio Nuvolari. Varzi non si era accorto che Nivola lo avesse preso. Questo matto correva di notte con i fari spenti, riuscì a non farsi notare da Achille e poco prima del traguardo lo sorpassò e vinse… Povero Varzi, che smacco!
Filippo fa un cenno con la testa, mah con tutti questi nomi e soprannomi.
– Torniamo al duello… Allora Tazio guidava un’Alfa Romeo 8C 2300, era il pilota di punta del Biscione. Mentre Enzo Ferrari, appiedato proprio da Nuvolari, aveva schierato l’avversario per eccellenza: Varzi con un’Alfa Romeo 8C preparata dalla scuderia Ferrari e maggiorata a 2600 di cilindrata.
– Nonno tu per chi tifavi?
– Prima dell’arrivo, per Nuvolari dopo per Varzi. Ero un bambino, tifavo per il vincitore. Oggi sono contento che Varzi si sia preso la sua rivincita, è stato un grandissimo pilota. Achille era in ottima compagnia, al suo fianco c’era Amedeo Bignami, un grande pilota anch’egli ed espertissimo meccanico. Cosa vuoi di più! Prepariamoci ora partono, vieni stammi vicino che ti racconto…
La punzonatura si racconta attraverso le immagini. La tensione per le ultime riparazioni e poi tutte in piazza… con l’ombrello. Piazza Vittoria si trasforma in un formicaio di guerrieri ed esploratori, auto e persone che si muovono frenetiche. Il “museo viaggiante” è quasi pronto per la partenza. Il temperamento caloroso degli appassionati italiani non si è lasciato intimorire dal freddo e dalla pioggia, la partecipazione è stata energica: all’italiana!
La mano sul cuore per l’Inno d’Italia. Poi tutti con lo sguardo all’insù per vedere Le Frecce Tricolore e quella scia verde bianca e rossa che, a noi italiani, ci fa sentire dei pavoni.
Dopo aver scaldato il cuore e preparato gli occhi siamo pronti per il via alle emozioni per la rievocazione storica della Mille Miglia, giunta alla 37esima edizione.
I paesi degli equipaggi al via sono 33 e l’Italia è il paese maggiormente rappresentato, con 303 iscritti. Seguita dai 133 partecipanti olandesi, 52 dal Belgio e 12 dal Lussemburgo. In aumento gli americani che hanno schierato 64 equipaggi, mentre i giapponesi sono 16. Per chiudere questa carrellata global dalla Germania ne arrivano 86, dalla Svizzera 29 e dalla Gran Bretagna 74.
La casa automobilistica più rappresentata è l’Alfa Romeo con 44 vetture, seguita dalla Jaguar con 35, FIAT con 33, Mercedes e Lancia con 29.
– Nonno tu le conosci tutte!
– Quella è una Mercedes 300 SLR. Il motore a 8 cilindri è dotato di distribuzione desmodromica e iniezione diretta di benzina, con una cilindrata di 2982 cm3. Alla partenza della Mille Miglia del 1955 la Mercedes ne schierò quattro: la 638 con Fangio, la 701 con Kling, la leggendaria 722 con Stirling Moss e Jenkinson e la 704 con Hans Hermann che è in carne ed ossa davanti i nostri occhi, segna nella memoria questo viso.
– Perché leggendaria?
– I numeri di gara corrispondevano all’ora della partenza. Quindi alle 7 e 22 del primo maggio Moss e co-pilota presero il via. Il coraggioso Jenkins, era un giornalista inglese, aveva costruito una piccola scatola “magica”. Al suo interno c’erano sei metri di carta sulla quale il meticoloso Jenkins aveva segnato tutti i dossi, ostacoli, irregolarità del percorso. Lui e Moss percorsero l’intero tracciato ben cinque volte prima della gara. Te la faccio breve: Moss passò davanti all’arrivo ai 160 km/h. Durante la corsa toccò i 280 km/h. Chiudi gli occhi e prova ad immaginare: sei seduto alla guida di quella macchina, sei il più veloce e superi tutti… in 10 ore, 7 minuti e 48 secondi fece tutto il tragitto. Un record eccezionale! Una delle poche Mille Miglia risparmiata dalla pioggia.
In questa edizione la Mercedes ha regalato a tutti i tifosi la possibilità di vedere, toccare e fotografare la 300 SLR numero 704, con il suo pilota Hans Hermann. Nel 1955 si dovette ritirare dalla gara per problemi al serbatoio, che sfortuna!
– Perché quell’auto ha il numero 1000?
– È un’Alfa Romeo 1900 SS. È un esemplare unico realizzato dalla Carrozzeria Bertone nel 1954. Ha il numero 1000 perché è l’auto ufficiale della Mille Miglia di quest’anno, apre la gara.
– Le auto accendono e spengono i motori a Brescia. Attraverseranno luoghi da sogno, la nostra Italia è un museo a cielo aperto. Avrai il tempo per visitarla e vorrei che la guardassi sempre, anche quando sarai grande, con lo stupore e la curiosità che hai oggi. Dovrai prenderti il tempo per imparare ad assaporare quello che ti circonda. La Freccia Rossa parte da Brescia e scorre tra piazze, borghi, passi di montagna, laghi… luoghi incantati che ti lasceranno a bocca aperta.
– Da Sirmione a Cervia, passando da Ravenna con i suoi mosaici bizantini. Dal Mare Adriatico alle colline di Urbino, Fabriano, Assisi e Perugia… il trionfale arrivo nella Capitale e il suo centro storico. Lasciata la Città eterna risaliranno in direzione di Bologna. Faranno sosta a Vinci, la città natale del geniale Leonardo. Ci sono stato nella sua casa. Sono custodite le sue note, i disegni delle sue invenzioni. Tra tanti disegni mi stupì quello del palombaro! Da Bologna partiranno per l’ultima tappa… ecco l’Alfa Romeo 1900 Super.
– Perché non è lucida come le altre?
– È stata verniciata con una particolare tecnica ispirata a Leonardo, “lo sfumato”.
– Arturo Merzario, mettiti li vicino che ti faccio una fotografia, è un ex pilota di F1 dei miei tempi.
– Nonno oggi si fanno i selfie con il telefono!
– E come fai a farti firmare l’autografo?
Il nonno conoscerà Hans Hermann, Arturo Merzario, Miki Biasion, Prisca Taruffi, Marc Newson e Jochen Mass… invece è meno preparato su Carlo Cracco, Joe Bastianich, Riccardo Pozzoli, Magnus Walker…
– Nonno e queste che Ferrari sono?
– Mah sono moderne, le confondo tutte! Sono molto belle e senti che rombo. Se oggi abbiamo questi capolavori bisogna dire grazie alle gare tra cui anche la Mille Miglia, quella storica, s’intende. Le competizioni agonistiche hanno accelerato la ricerca e il progresso e oggi abbiamo delle vetture stradali che sono capolavori di ricerca. Sono più da pista che da strada. Ci deve essere sempre un inizio, un’azione che stimola ad andare avanti… ciascuno è legato al proprio periodo, ma conoscere la storia ci consente di apprezzare meglio quello che abbiamo ereditato.
– Guarda questa Bugatti Type 35 GP, Grand Prix. È del 1925. Allora erano più artisti che ingegneri. Ettore Bugatti lo fu senza alcun dubbio, con la sua bombetta in testa e la passione per i cavalli. Questa vettura era stata studiata per le corse. Il motore a 8 cilindri in linea da 1991 cm3 e con il sovralimentatore Roots, poteva raggiungere i 200 km/h, già novant’anni fa! Eh questa non te l’aspettavi.
– Davvero? I 200 all’ora, volava!
– I piloti erano degli eroi. Erano audaci e coraggiosi, per questo che Enzo Ferrari li chiamava “i volontari del rischio”… Osserva bene queste auto, ogni singolo pezzo era costruito a mano. Cancella dalla mente computer o produzioni in serie. Immagina invece delle mani che battono la lastra, che usano il tornio, mani che sfiorano l’alluminio, che lo sentono prendere forma… era, è arte. Devo portarti dove restaurano come una volta, non puoi immaginare se non li vedi lavorare. Ti appassionerai, sapranno stupirti, ne sono certo!
Quest’anno la pioggia non ha dato tregua e i team si sono dimostrati determinati. Guidare sotto la pioggia battente con queste meravigliose classiche è impresa non facile. Sul tratto di San Polo d’Enza ci siamo imbattuti in pioggia, nebbia e freddo invernale. Neppure questo ha fermato i tifosi che hanno voluto supportare il disagio degli equipaggi con applausi o strimpellate di clacson. Questa è passione, anzi Passione!
In attesa di applaudire i vincitori si riforma il muro di persone lungo Viale Venezia. Sotto la pioggia, ma non si rinuncia all’ultimo festoso saluto… bisogna aspettare un anno per rivedere il museo viaggiante.
In attesa della sfilata conclusiva si fanno molte conoscenze… una famiglia del Main. Giunti dagli USA per una vacanza nel Bel Paese. La madre mi raccontava che il viaggio era un regalo espressamente richiesto dal figlio quindicenne, voleva seguire la Freccia Rossa.
Questi racconti mi riempiono di gioia.
Entusiasta ed emozionata la sorella di un pilota. Era fremente, desiderava abbracciare il fratello… con la sua simpatia ci parla dell’invasione del numero sei in famiglia. Lei e figlia, sono nate il 6 giugno, la Lancia Lambda con cui ha partecipato il fratello ha il numero 66 e non poteva che classificarsi sesto: 6!
Sul podio un capolavoro di Vittorio Jano, l’Alfa Romeo 1750 6C 1500 Super Sport. Nel 1928 la coppia Giuseppe Campari e Giulio Ramponi, con questa vettura, conquistarono la vittoria della Mille Miglia, percorrendo i 1.618 km alla velocità media di 84 km/h. Quest’anno gli esperti Giovanni Moceri e Daniele Bonetti hanno riportato quest’Alfa alla vittoria salendo sul gradino più alto del podio.
In seconda posizione ancora un’Alfa Romeo, 6C 1750 SS Zagato del 1929, il motore a 6 cilindri da 1752cc, con i veterani della regolarità: Andrea Vesco e Andrea Guerini.
Una Bugatti Type 40 del 1927 in terza posizione con i preparati Juan Tonconogy e Barbara Ruffini.
La classifica completa per la Mille Miglia 2019 la troverete collegandovi a questo link.
L’anno prossimo chiederemo alle nostre strade di raccontarci della Mille Miglia e ai restauratori di farci “vedere” questi capolavori.
Il nonno, il nipote Filippo ed io, in attesa dell’anno prossimo, custodiremo il ricordo della gara più bella d’Italia, del mondo!