In un mio precedente racconto, OSCA: l’ultima vera Maserati, vi ho parlato di Steven Block e del restauro della sua OSCA MT4. Steven aveva i mezzi economici per pagare il migliore dei restauri ed ebbi la fortuna di condividerne tutti i passaggi. Come ho già raccontato, Steve amava le automobili italiane, aveva visto la sfortunata Maserati 300S di George West ad un evento CSRG e gli era piaciuta. Steven Block era un agente immobiliare e gli piaceva l’idea di costruire qualcosa. La Maserati era proprio ciò che stava cercando, così approcciò George West e nel giro di pochi giorni fu sua. L’auto giunse su un rimorchio alla mia officina, sulla San Pablo Avenue, a Berkeley.
Dopo aver attentamente controllato la Maserati 300S, stabilii che era completamente usurata e dovetti procedere ad un restauro completo, fino all’ultimo dado e all’ultima vite. Steve era molto bravo a trovare le cose e si divertiva molto, contribuendo alle fasi di restauro.
Dopo un breve periodo trovò un’altra Maserati 300S completa, ma in condizioni ancora peggiori di quella che mi aveva affidato. Quella fu una vera e propria benedizione, visto che facilitò di molto il mio lavoro.
Il mio primo compito fu quello di smontare l’automobile e di stilare una lista completa di tutto ciò che dovevo fare. La carrozzeria era un disastro e Steve cercò tutte le fotografie disponibili. Fortunatamente, si trattava di un’automobile di servizio della fabbrica costruttrice e non gli fu difficile trovarle.
Costruire carrozzerie in lega non era una competenza comune negli Stati Uniti e per farlo dovetti formare uno dei miei operai. Fortunatamente, Don Nichols, aveva un buon occhio e tanta buona volontà. Svolse il lavoro molto lentamente, ma alla fine, la carrozzeria tornò ad essere della sua favolosa forma originale, come fu creata nell’officina di Medardo Fantuzzi a Modena. Steve fu molto soddisfatto del lavoro finito.
Avevo il mio reparto di verniciatura e dopo molte ore di preparazione, finalmente l’auto ricevette le sue dieci mani di nitrocellulosa in Rosso Corsa Maserati. Dipinsi i cerchi bianchi e i numeri “20” come li avevo visti durante la corsa a Sebring, nel 1957. Era fantastica.
Mentre la carrozzeria veniva completata, revisionai anche tutti i componenti meccanici. Il motore non aveva mai subito grossi danni e fu possibile riutilizzare la maggior parte dei componenti dopo averli revisionati. Pezzi come pistoni, valvole, guida-valvole, vennero creati nuovi e, come ulteriore assicurazione, sostituii le barre di connessione con altre in un acciaio speciale. Tutte le parti in acciaio furono sottoposte ad un controllo accurato, se si presentavano segni di rottura, ne costruivamo di nuove o le sostituivamo con un pezzo originale ancora utilizzabile, presente sull’altra auto. Infine, tutti i componenti furono pronti per essere installati, fu come assemblare un grosso modellino dove tutti i pezzi erano a grandezza naturale!
Prima di montare il motore lo testammo sul dinamometro e risultò avere una buona potenza: 250 cavalli con un’alta coppia motrice. Installammo, infine, l’impianto elettrico e apportammo i piccoli ritocchi finali, fino a che l’auto fu pronta per essere testata sul circuito.
Per me questa è sempre stata la parte migliore, perché è possibile vedere se è stato fatto un buon lavoro complessivo. In questo caso, l’automobile era perfetta e andò tutto bene. Non c’erano perdite di olio, la maneggevolezza e la frenata erano perfette. Steve venne con me e dopo aver completato i test con successo, la lasciai nelle sue mani. Dopo dieci giri, tornò ai box con un grosso sorriso stampato sul viso che parlava da solo. Avevo completato un altro eccellente lavoro: Maserati 300S, la mia preferita!