Donohue iniziò a correre nel 1961 e la sua carriera si svolse prevalentemente negli Stati Uniti nelle varie categorie Can-Am, Trans-Am. Molti i successi, tra cui il primo posto alla 500 Miglia di Indianapolis su una McLaren.
“Captain Nice” era un ingegnere, meticoloso, freddo e un ottimo collaudatore dal piede pesante. L’uomo adatto per creare l’ineguagliabile intesa con il perfezionista Roger Penske, fatta di amicizia e collaborazione. Il team Penske presentò il prototipo della sua F1, la Penske PC1, con motore Cosworth e al debutto c’era il famoso trio: Donohue, Kainhofer e Penske… anche un progettista britannico, Geoffrey Ferris.
Mark si era ritirato dalle competizioni dopo aver vinto il campionato Can-Am al volante di una Sunoco Porsche, preparata da Penske, e fu lo stesso Roger ad annunciarne il ritorno.
I principi fondamentali del team Penske erano organizzazione e perfezione. Un apprendistato duro, quello di Mark, che si arrestò durante le prove non ufficiali al GP d’Austria, il 18 agosto del 1975. A causa dello scoppio di un pneumatico, Donohue ebbe un gravissimo incidente in cui riportò ferite che gli furono fatali, morí due giorni dopo a Graz. La stessa sorte per un commissario di percorso che fu colpito dall’alettone della monoposto.
Il team Penske vincerà, con John Watson, un solo GP sul circuito di Zeltweg dove, tragica coincidenza, un anno prima Mark trovò la morte.