John Surtees aveva già vinto quattro volte il campionato mondiale con la MV Agusta, quando sperimentò una macchina da corsa. Il motociclista rivelò una capacità inaspettata e stupì la sua ricerca di traiettorie differenti che consentivano di sfruttare al meglio la vettura e la pista. Fu notata la sua eccellente guida e la Lotus lo ingaggiò per la F1 nel 1960.
Al primo GP a Monaco si ritirò, in quello successivo a Silverstone si classificò secondo. Nel 1961 passò alla scuderia Yeoman Credit, che schierava vetture Cooper, ma quello fu l’anno della Ferrari con von Trips, Hill e Baghetti. La Ferrari gli fece una proposta che Surtees rifiutò perché aveva già preso accordi con la Lola.
Poco dopo, nel ’63, Big John arrivò a Maranello, anche se la stagione non fu eccezionale al Nürburgring arrivò la sua prima vittoria in F1. L’anno seguente fu campione del mondo, aiutato dalla splendida collaborazione del compagno Lorenzo Bandini. Sulla pista di Le Mans nel 1966 ci fu la rottura e Surtees lasciò la Ferrari passando alla Cooper.
Nel 1967 alla guida di una Honda, primo esempio di macchina da corsa giapponese in F1, vinse al GP di Monza. Proseguì nel 1968 la collaborazione con la “Hondola”, chiamata così per il contributo anche della Lola. Surtees ebbe delle idee tecniche, anche originali e debuttò con la sua macchina nel 1970, senza ottenere grandi risultati.
Alla fine del 1972 decise di appendere il casco al chiodo. Caparbio, ostinato, oscillò tra entusiasmo e sconforto, ma la sua volontà fu inattaccabile!