“La vita è breve e voglio trarne il massimo godimento… ho diviso il mio tempo tra le cose serie e quelle divertenti. Mi impegno a fondo seriamente nelle prime e mi diverto a fondo con le seconde.”
Londra, un gruppo di studenti tra cui il diciassettenne James. Uno di loro propose una cosa nuova “Perché non andiamo a Brands Hatch?”. Fu quel giorno che Hunt scoprí il suo mondo: “Capii che era quella la vita che faceva per me. E da allora ho cominciato a pensare al come arrivarci.” 18 anni, la prima auto: una Mini, la prima gara: a Silverstone… “avevo speso fino all’ultima sterlina per arrivare fin là, solo per sentirmi dire che non potevo correre. Dovetti chiedere un prestito per rientrare.”
Una carriera da pilota dal 1967 al 1978 e un soprannome “Hunt The Shunt”. Vincitore come Campione Mondiale Conduttori di F1 nel 1976 con McLaren. Un pilota molto ambizioso che affermò “corro solo per vincere. Arrivare secondo è come non arrivare affatto.” Nel 1973 al GP di Monaco, con la bizzarra squadra “Hesketh Racing”, debuttò nelle gare del campionato mondiale di F1. Hunt dovette attendere il 1975 per la sua prima vittoria, avvenuta a Zandvoort in Olanda.
La stagione 1976 cominciava al volante di una McLaren. Alla vigilia del GP in Giappone era solo a tre punti da Lauda. L’atteso duello tra i due piloti non ci fu. Il pilota Ferrari si ritirò subito dopo la partenza, la pista era bagnatissima per la forte pioggia. Hunt conquistò il terzo posto e divenne il campione del mondo. Con un solo punto di vantaggio da Lauda. Dopo aver concluso la sua carriera da pilota nel ’79 con la Wolf, fece il cronista televisivo.
Un anticonformista, senza limiti né in pista né nella vita. Numerose le occasioni in cui dimostrò una nervosità incontrollata. L’aspetto un pò trasandato, ma le cronache erano sempre interessanti e precise. Fu un uomo senza vie di mezzo che ci lasciò a soli 43 anni per un arresto cardiaco.