99 gare disputate, 27 vittorie, 359 punti iridati totalizzati, 3 volte campione del mondo. Prontezza di riflessi, concentrazione, calma interiore, risoluta volontà di vittoria: Jackie Stewart.
Fu Barry Filer a introdurlo nelle gare di club. Con la Jaguar, nel ’63, vinse 14 gare e la scuderia Escosse gli offrì di correre con una sport Cooper Monaco. Fu notato da Ken Tyrrell che lo ingaggiò nel ‘64 in F3. Ebbe un successo enorme e nella stessa stagione ottenne interessanti risultati al volante di vetture di altre categorie. Iniziò la sua carriera in F1 con la BRM nel 1965. Al GP d’Italia Jackie conquistò la sua prima vittoria in una corsa di F1.
L’esordio fu un successo e concluse terzo. Al GP del Belgio, 1966, il suo primo brutto incidente. Stewart rimase intrappolato nella BRM e la benzina continuava a uscire. Fu evitato il peggio grazie all’intervento di Hill e Bondurant. Jackie decise così di impegnarsi per la sicurezza delle gare. Adottò le cinture di sicurezza e la BRM aveva un’unità medica mobile presente su ogni circuito.
La svolta nella carriera avvenne nel 1968 con la Matra-Ford dell’Equipe Matra International diretta da Ken Tyrrell. La combinazione Matra-Cosworth lo lanciò verso il successo e nel 1969, lo scozzese volante, vinse il titolo mondiale.
Nel 1970: Tyrrell e Stewart ruppero i rapporti con Matra, privilegiando Ford, e diedero fiducia alla nuova March. I risultati non arrivarono e Jackie decise di costruire una propria vettura. Il debutto fu incerto, ma nel 1971 divenne campione del mondo per la seconda volta. Nel 1973 vinse il suo terzo titolo mondiale, ribadendo la sua superiorità. Una fantastica carriera, ma devastante dal lato umano. Jackie vide scomparire intorno a se troppi colleghi e amici.