Gran Premio di Germania di F1
4 agosto 1957, Circuito del Nürburgring 22 Km x 22 giri = 484 Km. Ancora oggi questa corsa rappresenta qualcosa di unico; dagli storici è considerata la corsa più meravigliosa di F1 degli anni ‘50. È la gara in cui Juan Manuel Fangio ha dimostrato tutta la sua classe e la sua audacia.
La Maserati 250F utilizzava gli pneumatici Pirelli che non coprirono tutti gli oltre 480 km della gara. La Ferrari, invece, usava le gomme Englebert che durarono per tutta la corsa. Pertanto in Maserati fu presa la decisione di far partire Fangio con metà serbatoio, per sfruttare il minor peso rispetto alle Ferrari, e costruirsi in una decina di giri un vantaggio sufficiente, anche dopo la sosta ai box per il rifornimento e la sostituzione dei pneumatici posteriori.
Fangio, nonostante i suoi 46 anni, era in una forma straordinaria aveva già vinto tre gare delle quattro fino ad allora disputate. Non fece molta fatica a ottenere la pole con 9’ 25” 6. Alla partenza, come sua abitudine, lasciò sfilare tutti gli avversari e la tabella dei tempi allegata è la sintesi di come Fangio gestì la corsa. Al secondo giro era già in testa alla corsa e al dodicesimo, quando fece rifornimento e cambio gomme posteriori, aveva un vantaggio sufficiente per ripartire se non in testa, sicuramente fra i primi.
Succede l’imprevisto!!!
Fangio è fermo per il pit stop. Nel posizionare la gomma nuova di destra, il gallettone inavvertitamente scivola sotto la macchina e il meccanico, una volta terminato il montaggio, non lo trova più. Giulio Borsari, un collega del team, dal muretto del box vede la scena e cerca in tutta fretta di trovare un nuovo gallettone, nel frattempo il cronometro girava. Normalmente per il rifornimento e cambio gomme posteriori occorrevano in tutto mediamente 20-22 secondi.
Fangio, ahimé, riparte dopo circa 58 secondi, 36 secondi in più del previsto! A quel punto per la Ferrari la partita era bella che vinta, sul podio al primo e secondo posto, mentre la Maserati rimaneva dietro.
Fangio dopo essere ripartito compie un giro molto lento per portare in temperatura i pneumatici. Mancavano dieci giri e doveva recuperare oltre 58 secondi. Dal 14° giro in poi inizia a tirare e a guidare come non aveva mai rischiato, così dichiarò in più occasioni. Recuperare 10-12 secondi, in un solo giro, sulla pista del Nürburgring vuol dire che oltre a saper guidare si stanno prendendo molti, moltissimi rischi. Al 20° giro ferma il cronometro a 9’ 17” 4/10. La grande rimonta lo porta alle spalle di Collins e il riavvicinamento avviene dopo aver girato in 8 secondi in meno della pole position. Sorpassato Collins si spinge alle spalle di Hawthon raggiungendolo alla metà dell’ultimo giro; lo superò quasi sul traguardo con un distacco di poco più di 3 secondi.
Con questo successo Fangio conquistò il suo quinto titolo mondiale. In una delle sue visite in Maserati nel ricordare quella corsa disse: “Quando mi sono fermato deve essere successo un pasticcio e ho perso più tempo del previsto, ma la vettura rispondeva tanto bene alle mie sollecitazioni che mi invitava a spingere sempre più e ho rischiato come non avevo mai fatto in vita mia”.
Autore: Ermanno Cozza
Fotografie: Willy Pragher
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