Le corse automobilistiche ripresero il loro corso, in Europa, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Le uniche automobili esistenti a quei tempi erano le stesse del periodo prebellico e riempivano le griglie di partenza delle gare. Nel Regno Unito c’era un forte desiderio di tornare sulle piste, ma i costi erano troppo alti per la maggior parte degli appassionati, che in quel momento faticavano a ristabilirsi finanziariamente. In questo periodo, John Cooper progettò e rivoluzionò per sempre il design delle auto da corsa.
Alcuni entusiasti piloti si unirono e crearono una classe di auto da corsa alimentate da motori di motociclette, con potenza fino a 500cc. Si trattava di una soluzione fantastica per i costruttori perché c’erano molti motori di moto disponibili nel Regno Unito e nel resto d’Europa.
Questa classe prosperò e molti nuovi piloti ebbero l’opportunità di sperimentare per la prima volta le gare automobilistiche sulla propria pelle. All’epoca non c’erano circuiti costruiti appositamente per le corse, come quelli di oggi, ma molti campi di aviazione e strade pubbliche cittadine si trasformavano in piste automobilistiche. Le griglie di partenza erano gremite e le corse erano spettacolari.
Nacquero piccole aziende che costruivano automobili per quello scopo specifico. Quelle di maggior successo furono la Cooper e la Kieft. Entrambe si svilupparono creando auto sportive e monoposto di grossa cilindrata. La Cooper vinse due campionati mondiali con Jack Brabham nel 1959 e 1960.
Alcune di queste auto da F3 furono vendute negli Stati Uniti e parteciparono a corse in SCCA (Sports Car Club of America), spesso vincendo senza fatica, vista la loro agilità di guida e il rapporto potenza/peso molto favorevole. Avevo sempre desiderato guidare uno di questi bolidi, per vivere in prima persona un altro capitolo della storia delle corse automobilistiche. Molti dei miei eroi esordirono su queste ruote e questo era un fattore molto motivante per me.
Uno dei miei buoni amici, Steve Froines, un pilota di SCCA di grande successo, conosceva Bob Korst, desideroso di vendere la sua Cooper Norton. Questa si rivelò l’opportunità di realizzare il mio sogno e decisi di andare a dargli un’occhiata con Steve. Poche ore più tardi, divenni il fiero proprietario di una Cooper Mk13 del 1955, con motore Norton Manx GP a passo corto. Era il meglio del meglio!
La maggior parte delle auto da F3 utilizzavano motori JAP, ma il Norton era molto più potente ed affidabile. Lo stesso fu utilizzato anche sulla motocicletta Norton Manx GP e fu progettato per corse a lunga distanza, offrendo un vantaggio in termini di affidabilità rispetto al motore JAP.
La Norton non vendeva motori di ricambio, a meno che non si possedesse una delle loro motociclette, quindi esistevano poche auto con questo motore ed era sicuro che provenisse da una moto. Infatti, quando comprai la Cooper Mk13, fui contattato da un canadese che voleva riavere il motore della sua motocicletta! Ai nostri giorni sono stati prodotti nuovi motori.
Spedii la mia Cooper nel Regno Unito, dove risiedevo, e la affidai ad un noto specialista, Charlie Banyard Smith, che viveva nella mia zona e rimise l’auto a nuovo. Era rimasta ferma per molti anni, ma a fine lavori fu come nuova ed io fui soddisfatto dell’acquisto.
La prima gara la disputammo al famoso circuito di Mallory Park a Northampton. La pista rimase invariata durante gli anni delle corse di F3, consentendo di comparare i tempi dei giri con quelli dei grandi piloti del passato. Questo opportunità mi stimolava, avrei potuto confrontarmi con le migliori prestazioni di tutti i tempi.
Io e Charlie ci incontrammo al circuito e scaricammo l’auto nei box. Molti degli altri proprietari delle auto in gara, veri e propri appassionati, vennero a dare un’occhiata alla mia Cooper a loro sconosciuta. Nessuno sapeva chi fossi e mi diedero molti consigli. In passato, corsi molti giri di prova a Mallory Park e conoscevo molto bene il circuito. Nelle prove mi qualificai 5° ed alcuni di quegli appassionati iniziarono a guardarmi con aria sospetta, incuriositi. La gara era prevista per quello stesso pomeriggio, mi rilassai ed attesi il mio momento.
Le auto di F3 sono molto basilari: bisogna spingerle per farle partire. Per tenerle accese, bisogna attivare la pompa della benzina manualmente tirando un filo attaccato alla stessa. Questo filo viene attivato tramite la rotazione dell’asse posteriore, quindi, quando l’auto è in movimento.
La mia corsa fu annunciata all’altoparlante ed iniziarono le grandi manovre. Charlie e il suo aiutante mi spinsero e dopo un giro mi preparai in quinta posizione. Quando fu dato l’avviso, mi spinsero ancora per avviare l’auto e dopo aver completato un altro giro mi allineai alla griglia di partenza, nell’attesa che si abbassasse la bandiera. Feci un’ottima partenza e mi infilai in terza posizione. Due giri dopo guadagnai la seconda, poi presi il comando della gara e accumulai vantaggio fino all’arrivo.
Mi divertii parecchio. Adoravo l’auto e stavo vivendo l’esperienza che avevo sempre sognato. Dopo la gara mi dissero che avevo eguagliato il record stabilito da Eric Brandon, il pilota collaudatore della Cooper, nel 1955!
Fu per me come ricevere il massimo dei voti sulla pagella scolastica.