La nostra storia inizia nel 1952, quando Guglielmina – per gli amici Willie – Keck Day decise che voleva, senza colpo ferire, acquistare una nuova Ferrari.
Bisogna dire, innanzitutto, che il marito di Willie era il proprietario della Superior Oil di Los Angeles. Sì, proprio quella che venne acquistata dalla Mobil per un numero imprecisato di milioni di dollari qualche tempo dopo. La premessa per sottolineare che non era il denaro il problema principale di Willie.
Willie si recò personalmente a Maranello all’inizio del 1953 per discutere con Enzo Ferrari i dettagli dell’auto che voleva comprare. Niente di complicato perché all’epoca la casa automobilistica italiana offriva una miriade di modelli su cui realizzare una carrozzeria personalizzata. Ovviamente tutti a disposizione della benestante amica californiana. Diciamo che, secondo il patron modenese, sarebbe andata benissimo una bella 212 Cabrio o una Berlinetta, ma Willie non ne volle nemmeno sentir parlare.
Anche il marito di Willie, infatti, era un appassionato di automobili e Los Angeles, all’inizio degli anni ’50, era un vero paradiso terrestre per Ferrari, Maserati e Porsche. Il Club delle Auto Sportive d’America organizzava in continuazione gare e Willie vi aveva spesso assistito ammirando le Ferrari di grossa cilindrata progettate da Aurelio Lampredi vincere i premi più ambiti.
La dolce Willie si immaginava soltanto alla guida di una Ferrari 375 Mille Miglia, una spider da gara carrozzata Pininfarina. Nonostante siano passati diversi anni, i meccanici di Maranello che assistettero all’incontro, fra Ferrari e la signora americana, ancora raccontano dello sguardo di puro orrore che attraversò il viso di lui quando Willie, candidamente, gli formulò la sua richiesta: non se parlava neanche, la 375 spider non poteva essere l’auto di una donna!
Per quanto mi riguarda non avrei potuto che essere d’accordo con il Grande Vecchio dell’automobilismo italiano. Io stesso ho posseduto, restaurato e gareggiato con una Alberto Ascari 340/375 Mille Miglia Pininfarina Berlinetta 0320 AM. Mi ricordo perfettamente di come questa automobile fosse una brutta bestia quasi impossibile da domare. Soprattutto quando le corna da afferrare per non cadere di sella erano lo sterzo e i freni. Decisamente, la 375 Mille Miglia non era la macchina adatta a un’esile signora.
La facciamo breve e diciamo che Ferrari dovette presto rinunciare a cercare di convincere Willie a preferire uno degli altri modelli disponibili. O le vendeva una 375 Mille Miglia spider, o niente. Sono assolutamente certo che il discorso, in realtà, obbedisse a un’unica regola: io ho i soldi, vuoi che li spenda qui? Ferrari aveva un unico amore, le corse, ma, come tutti gli amori esclusivi, costavano. E aveva sempre bisogno di nuove risorse per finanziare la scuderia: a malincuore, accettò la richiesta di Willie. Dovette, oltremodo, promettere che avrebbe prestato particolare attenzione a un’altra imprescindibile condizione imposta dalla sua nuova cliente: il colore dell’autovettura.
Tutte le macchine di Willie erano verniciate con una speciale sfumatura di azzurro. Un campione dello stesso venne consegnato alla firma del contratto. Questo sancì, per Ferrari, l’impegno alla costruzione di una 375 Mille Miglia di quel particolare tono ceruleo da consegnarsi entro la fine del 1954. Soddisfatta, Willie poté infine tornarsene a Los Angeles.
Potete immaginare con quale palpitante emozione la futura proprietaria di una Ferrari 375 Mille Miglia ricevette, qualche tempo dopo, la conferma che la sua automobile fosse pronta. All’epoca, diciamo fra gli anni ’50 e gli anni ’70, tutte le consegne delle vetture della casa modenese venivano fatte in viale Trento e Trieste, che si trova giusto nel centro di Modena. Lo stesso edificio che era stato la sede dell’Alfa Romeo Corse che Enzo Ferrari aveva gestito prima della guerra. Willie scese all’hotel Fini e aspettò, impaziente, di incontrare il patron il giorno successivo e di poter prendere possesso della sua nuova, magnifica automobile.
Nell’area di consegna Ferrari, tutte le auto in attesa di essere rimesse ai nuovi proprietari erano ordinatamente parcheggiate, coperte, pronte per essere svelate solo al momento finale.
Quando Willie andò, finalmente, a vedere la sua esclusiva 375 Mille Miglia, Ferrari la accompagnò nell’area del magazzino dove la macchina era parcheggiata. Lentamente sollevò il telo per scoprirla davanti ai suoi occhi. L’orrore provato da Ferrari alla richiesta di Willie non fu nulla di fronte al sussulto colmo di sconcerto della donna quando vide la SUA Ferrari di uno squillante, brillante, accecante color giallo!
Mrs Day non poteva credere che Ferrari avesse commesso un tale errore. Tanto più dopo che lei gli aveva personalmente consegnato, durante il suo viaggio del 1952, un campione della speciale tonalità di azzurro con cui erano verniciate tutte le sue automobili!
L’interprete che aveva ingaggiato per l’occasione a un certo punto rinunciò all’incarico, impossibile sostenere la furia di Willie. Non era quella la macchina che aveva ordinato e il contratto, che Willie sventolava energicamente davanti a Ferrari, lo provava.
Ci voleva ben altro per impressionare il vecchio Enzo. Per nulla toccato dalla rabbia della signora. Il patron le spiegò che aveva deciso, spontaneamente, di verniciare la macchina in giallo perché il colore meglio si adattava agli interni verdi. Poi quella tonalità era molto più adatta a una signora: era nata la 375 Mille Miglia gialla matricola 0460AM.
L’auto è, ancora oggi, di proprietà della famiglia Day, in Nevada, e la si vede raramente in pubblico. Diciamo che l’ultima esibizione celebre risale al 1973, allorché si piazzò al secondo posto dietro alla mia 212 Export Touring Barchetta 0158 ED al concorso di Pebble Beach del 1973. Decisamente è la Ferrari più integra esistente al mondo che vanti anche la più lunga proprietà da parte di un unico acquirente.