L’ultima curva della Olympia Bobrun St. Moritz-Celerina è dedicata a colui che non “sapeva indietreggiare di fronte alle difficoltà”.
“FON”, grande nobile spagnolo di straordinario coraggio. De Portago adorava l’avventura e le corse, passava da un circuito automobilistico a una pista da bob.
Debuttò nel 1953 come secondo pilota di Luigi Chinetti nella Panamericana. Vinse la sua prima corsa a Nassau l’anno seguente. Corse nella categoria Sport con una Ferrari e vinse il Tour de France in coppia con Edmund Nelson. Nel 1956, in livrea ufficiale Ferrari, arrivò secondo, con Peter Collins, al G.P. di Gran Bretagna. Dall’asfalto al ghiaccio, nel 1957 vinse la medaglia di bronzo ai mondiali di “bob a due”. “Il suo nome è tragicamente legato alla disgrazia che funestò la Mille Miglia del 1957. La corsa volgeva alle battute conclusive… Difficoltà terminate, giochi fatti… In una curva a largo raggio, fra Goito e Guidizzolo di Mantova, la gomma anteriore sinistra della vettura di De Portago scoppiò, e fu una catastrofe”.
Lo scoppio del pneumatico fece sbandare la Ferrari 335 S, numero di corsa 531, targa BO 81825. La vettura fuori controllo si capovolse e si schiantò sul ciglio della strada, arrecando la morte di nove spettatori e dei due corridori, De Portago e Nelson. L’incidente cancellò la Mille Miglia dal calendario agonistico. Enzo Ferrari disse di lui: “Era, nel complesso, un uomo insolito, sempre inseguito dalla fama di dongiovanni internazionale, non saprei quanto meritata, guardato come una specie di magnifico barbone, per il suo comportamento trasandato… Ma in me è rimasta impressa la sua figura di signore, che sapeva sempre emergere dalla voluta rozzezza dell’aspetto”.