Alfa Romeo, la grande passione di mio padre. Era un ragazzino e studiava in Francia. Prima della guerra, mia nonna Alice era solita trascorrere gli inverni a Parigi. Faceva le valige, chiudeva i battenti della casa a Radnor, caricava la sua Packard sulla nave a New York e salpava per Le Havre, in Francia. Mio padre, sua sorella, l’autista e sua moglie, questi ultimi francesi, la seguivano nel viaggio. Mio padre e mia zia venivano iscritti a una scuola francese per il periodo invernale e primaverile.
Il loro dentista parigino era un amante appassionato di automobili ed era abbonato a tutte le riviste automobilistiche disponibili dell’epoca. Queste venivano lasciate su un tavolino nella sala d’attesa. Mio padre lo raccontava, “galeotto fu il dentista” e l’ inizio del suo amore per le Alfa Romeo ebbe inizio. All’epoca, le Alfa vincevano molte gare, di conseguenza le riviste erano piene di notizie e fotografie delle loro vittorie. Nel 1936, mio padre riuscì a comprare la sua prima Alfa Romeo. Una meravigliosa Zagato Spider 8C 2300, appartenuta a Giuseppe Farina, il famoso pilota italiano che nel 1950 divenne il primo campione del mondo di Formula 1, alla guida di un’Alfa ufficiale.
Mio padre organizzò, per mia madre, la dolcissima Luise, una bellissima luna di miele itinerante con questa Spider del biscione. Questa fu la prima di molte altre Alfa Romeo 8C che negli anni frequentarono il garage di casa nostra a Radnor, in Pennsylvania.
La seconda arrivò dopo la Guerra, ed era una fantastica Alfa Romeo Touring Spider che mio padre trovò in Italia. Come si possono dimenticare!
Questa Zagato era stata usata pochissimo ed era in meravigliose condizioni. Avevo già imparato a guidare la mia Austin 7 e volevo guidare anche l’Alfa Romeo 8C. Riuscii finalmente a convincere mio padre che ero in grado di farlo, mi avvertì di usare solo la prima marcia e di parcheggiarla davanti alla piccola officina, dove teneva la sua Alfa Romeo P3. Quindi, seguii esattamente le sue indicazioni e guidai lentamente dal nostro vialetto d’acceso all’officina. Mi sentivo così grande mentre guidavo questa splendida automobile. Avevo solo undici anni all’epoca! Pensai ai miei amici di scuola, se mi avessero visto si sarebbero impressionati!
Avrei dovuto prestare attenzione a mio padre, ma i ragazzini pensano sempre di saperne di più… Feci ciò che mi disse e parcheggiai l’Alfa Romeo 8C di fronte all’officina, poi spensi il motore. Notai che il cielo si stava ingrigendo e stava arrivando un temporale. Il tettuccio era aperto e sapevo che mio padre sarebbe andato su tutte le furie se fosse rimasta fuori sotto la pioggia, così decisi di portarla nel garage.
Dovetti prestare particolare attenzione alla manovra per entrare nella rimessa, misi in prima e guidai lentamente all’interno, fino a che sentii che faceva resistenza e sembrò fermarsi.
Lasciai velocemente la frizione, ma fu troppo tardi, avevo calcolato erroneamente la larghezza dell’auto e il predellino aveva picchiato contro il telaio della porta del garage. Feci la retro per riportare l’Alfa Romeo 8C fuori dal garage, in modo da vedere il danno fatto. Accidenti c’era una grossa ammaccatura!
La mia mente iniziò a correre per trovare il modo di giustificare l’accaduto a mio padre. Alla fine ebbi un’idea brillante. Mi recai nella sua officina e presi un martello con cui cercai di sistemare il predellino. Non feci un buon lavoro, proprio per nulla, ma in quel momento pensai che lo fosse. Parcheggiai poi l’Alfa Romeo 8C nel garage, questa volta correttamente, e tornai a casa. Non dissi nulla per due mesi fino a quando, un giorno, mio padre disse che sarebbe venuto un amico ad acquistare l’Alfa Romeo 8C. Oh my God!
Quando l’acquirente arrivò, dovetti confessare il misfatto. Mio padre andò su tutte le furie e, dopo che l’acquirente se ne andò, mi portò nella sua officina, mi fece sdraiare a faccia in giù sulla panca da lavoro, prese un pezzo di tubo in gomma del radiatore, e mi diede degli sculaccioni di cui non mi dimenticherò mai!
Oggi l’Alfa Romeo 8C appartiene a un inglese, mio caro amico, ed è ancora del suo colore originale. Gli raccontai questa storia ed andammo insieme a guardare il predellino sul lato destro, inutile dire che i segni del martello sono ancora lì. Così come il ricordo degli sculaccioni più dolorosi, mai presi in vita mia!