L’emozione che suscita la 1000 Miglia non è scatenata solo dalla presenza delle auto più belle del mondo. Esistono altre sfumature di emozioni, più profonde, legate ai sensi.
Sensi che riportano a ricordi lontani, sensazioni apparentemente archiviate nella mente.
L’odore acre della benzina che riporta alla tua mente la 112 del nonno, sempre tirata a lucido nella sua livrea bordeaux.
I rombi dei motori, esaltati dagli scarichi liberi, che ti fanno tornare quel bambino che chiedeva al papà di mettere l’auto in folle per spingere sull’acceleratore e fare le sgasate, facendo attenzione a non varcare la zona rossa del contagiri.
E camminando tra la folla di appassionati e curiosi, riesci a captare questo flusso invisibile di emozioni, leggendolo nei loro occhi. Ci si potrebbe scrivere una serie di romanzi se solo si potessero visualizzare queste valanghe di ricordi.
E poi ci sono loro, i bambini. I bambini vivono queste emozioni in modo più immediato, i loro sensi sono più istintivi, legati a ciò che vivono in quell’istante. Alla vista di un bolide fiammante, vorrebbero essere piloti, subito.
Ed è legata ai bambini la breve storia che voglio raccontare.
È il giorno della punzonatura a Brescia e come da tradizione il cielo è appesantito da nuvole che non promettono affatto bene. “Speriamo regga” è la frase più gettonata da ogni singolo membro del team, anche il più scaramantico.
Vi starete chiedendo, quale team?
Un team di nove persone, tra cui sette musicisti, che quella mattina ha il compito di portare lo spirito della 1000 Miglia nei quartieri più limitrofi della città, dove la corsa viene percepita solo di striscio. Ovviamente, con la musica!
L’ultima tappa dei vari concerti è in un piccolo piazzale poco distante dalle scuole elementari e medie di quartiere. I nostri spettatori saranno circa duecento bambini.
La band scelta per l’occasione è una fanfara di sette elementi che propone musica italiana anni 60-70 con ampie contaminazioni balcaniche, nel ritmo e nello stile. Insomma, si balla!
A supporto dell’iniziativa, sarebbe dovuta arrivare una classica, presa in prestito dalla collezione di un appassionato. Ma solo all’ultimo momento, scopriamo che l’auto non arriverà, pare per un guasto.
E ora, che si fa?
Neanche il tempo di riflettere e il piazzale si riempie di bambini. Un piccolo esercito impaziente e festoso che non vede l’ora di impugnare la bandierina 1000 Miglia e sventolarla. Chiedono dell’auto, in parte sono venuti per quel motivo ma in men che non si dica i nostri musicisti iniziano il loro show, coinvolgendo i bambini in danze, risate, girotondi.
Stefano, grande amico e una delle menti dietro questa iniziativa, non si dà per vinto. Ai giovani scolari abbiamo promesso un super bolide e un super bolide avranno.
Ed eccolo avventurarsi, di corsa e senza spiegazioni, lungo la strada principale che circonda il piccolo quartiere.
Passano cinque minuti, diventano dieci. Dove diavolo è finito??
Ed è proprio in quell’istante che le note della band vengono sovrastate da un rombo cupo e graffiante. Nemmeno il tempo di capirne la provenienza e nel piccolo piazzale fa capolino una OSCA MT4 1100 2AD, guidata da una coppia di giapponesi, Hiroyuki e Yu Takigawa, probabilmente padre e figlio.
I bambini, ormai totalmente rapiti dallo show musicale, improvvisano un girotondo intorno all’automobile, ridono, urlano, si divertono un mondo!
Poco dopo, la coppia di giapponesi ci fa capire con estrema eleganza che è in ritardo per l’imminente punzonatura e riparte in direzione centro città, visibilmente felice per l’inaspettata deviazione.
Mentre le danze continuano, mi avvicino a Stefano.
“Ma dimmi un po’, da quale cilindro hai estratto una OSCA con a bordo due giapponesi?
“Beh, non potevamo deludere i bambini. Poco fa mi sono appostato a quel semaforo laggiù ed ad ogni classica che transitava, chiedevo di seguirmi, dicendo loro che duecento bambini avevano bisogno di loro! L’equipaggio della prima auto ha fatto finta di non capire, il secondo e credo anche il terzo mi hanno mandato a quel paese pensandomi pazzo, il quarto tentativo è andato a buon fine.”
Ecco, il mio ricordo di questa 1000 Miglia sono gli occhi ed i sorrisi di 225 bambini che ricorderanno l’evento come quel giorno di maggio in cui hanno ballato “24 Mila Baci” in versione balcanica, facendo il girotondo intorno a un super bolide rombante, rosso fuoco, guidato da una strana coppia di giapponesi.
Autore: Matteo Mascheretti