Anche quest’anno al richiamo della simbolica freccia rossa, il mondo del collezionismo, di tutti i cinque continenti, ha risposto puntualmente numeroso. Nutrito il numero degli iscritti che avrebbe voluto condividere il “sogno di quattro romantici” – Mazzotti, Maggi, Castagneto e Canestrini – gli ideatori della Mille Miglia, la “corsa più bella del mondo”. 450 gli equipaggi che hanno partecipato, originari di 34 Paesi diversi.
Le strade italiane si sono trasformate nel palcoscenico naturale in cui questi pezzi rari, provenienti da luoghi anche molto lontani, hanno dato vita all’affascinante “museo viaggiante unico al mondo”, come fu definito da Enzo Ferrari. Autovetture d’epoca di eccezionale valore storico, appartenenti a 73 diverse case costruttrici, che abbiamo visto gareggiare in questa cavalcata rievocativa.
Il primo atto si è svolto al centro Fiera Brixia. Il padiglione si è trasformato in un caotico formicaio con l’arrivo delle protagoniste, la loro disposizione ordinata al coperto e l’inizio delle verifiche.
Le macchine spinte dai proprietari più appassionati, con l’aiuto dei meccanici, si susseguivano in un via vai armonico, ma ancora silente. Per alcuni un ambiente familiare, dove il tempo è scivolato fra i saluti ai numerosi amici presenti.
Per molti di noi un’occasione annuale per ammirare questi pezzi da collezione ancora in “assetto statico”. 101 gli esemplari che hanno preso parte a una delle gloriose edizioni delle Mille Miglia. Quel trentennio irripetibile e leggendario, 1927-1957, che si è concluso e non è possibile illudersi che possa tornare.
Una volta all’anno i tesori di gran pregio, che hanno scritto alcune delle pagine più eccitanti del motorsport internazionale, si danno appuntamento a Brescia per far rombare i motori, alcune provenivano direttamente dai musei delle varie Case Costruttrici, altre da collezioni private. Abbiamo visto sfilare dalle Bugatti alla Mercedes, dalla OM Superba alle Alfa Romeo 1500, 1750, 2300, 8C e 6C, dalla BMW alla Lagonda, dalla Stanguellini alla O.S.C.A., un lungo elenco…
L’affabile signora Paola Biondetti, con il suo simpatico accento toscano, nel mostrarci la Coppa Clemente Biondetti ci ha raccontato “il mio prozio, Clemente Biondetti è l’unico pilota ad aver vinto per quattro volte la Mille Miglia. Un carattere da fiorentino brusco, di poche parole, misurate con senno ed intelligenza. La sua prima vittoria fu nel 1938 con un’Alfa Romeo. Noi siamo qui per ricordare questa sua prima vittoria in cui fece anche il record di 135 km/h. La Mille Miglia ci ha dato l’opportunità di inserire questa coppa all’interno della manifestazione e ne siamo molto contenti, come famiglia, ma anche come Scuderia. A Pietrasanta, presso il Museo dedicato allo specialista di corse su strada, ci sarà una giuria composta da 30 giurati che faranno la selezione dell’Alfa Romeo più rappresentativa dell’edizione Mille Miglia 2018, la premiazione verrà fatta successivamente a Brescia”.
La signora Paola è pronipote del noto campione fiorentino, alla sua settima partenza per la gara più bella del mondo con una Jaguar XK 120 OTS del 1951 #235. Clemente Biondetti fa parte di quella schiera di piloti che, con la loro audace guida e, con le loro vittorie, hanno dato alla famosa corsa quella risonanza e quella celebrità che tutt’oggi mantiene. La coppa è stata vinta dall’equipaggio olandese Ad Branderhost e Nanette Branderhost Ouwendijk con la loro Alfa Romeo 6C 2500 S Berlinetta Touring del 1944.
Una testimonianza gioiosa e appassionata quella di Duccio Filippo Lopresto, figlio del collezionista di Alfa Romeo, Corrado Lopresto: “Il restauro della nostra Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport del 1931 è stato eseguito dalla Nuova Rinascente di Dino Cognolato, per quanto riguarda la carrozzeria. Per i colori abbiamo fatto una collaborazione con il Politecnico di Milano che ci ha aiutato a trovare il bianco e il blu originali, partendo da due fotografie in bianco e nero che avevamo della macchina… le fotografie sono state scannerizzate dal Politecnico . Siamo riusciti a ritrovare, e poi a riprodurre, i colori al 99,9% di originalità.”
“Il blu, per esempio, è un colore speciale che combina diverse tonalità di verde, azzurro e di blu che è stato sviluppato apposta per questa macchina… che è un esemplare unico. Se l’era fatto fare un conte negli anni ’30 utilizzando un telaio da corsa Zagato 1750. Questa macchina è la prima volta che partecipa alla Mille Miglia, il driver è mio padre Corrado, io sono il co-pilota, però ci alterneremo perché c’è tanto da guidare. Io sono super emozionato perché è la mia prima Mille Miglia… mi sono mezzo ammalato da quanto sono emozionato! È eccitante partecipare a questa gara con una macchina degli anni trenta, unica, e non facile da guidare… la velocità massima che può raggiungere sono i 180 km/h, è una macchina super prestazionale”.
Il signor Fabrizio Rossi, alla sua prima Mille Miglia, ci ha presentato Elisabeth, una meravigliosa O.M. 665 SS Superba del 1930 con compressore, carrozzata Corsica – un carrozziere Inglese noto per i suoi lavori su Bentley, Bugatti, Aston Martin. Il signor Rossi ci spiega che in passato alcune di queste autovetture erano in Inghilterra, dove oggi registrate ne sono rimaste solo 11. Numerose sono ritornate in Italia, altre in Germania. Elisabeth è stata importata dalla Gran Bretagna e il restauro, di questo gioiello, è stato eseguito totalmente in Italia.
“Questa macchina ha una storia bellissima” – un incontro casuale, in un bar del centro, con il signor Giovanni Luca Murru e il suo co-pilota Massimo Destro Castaniti – “questa B.N.C. 527 Monza è stata comprata nel 1927 da un diplomatico belga. Nel 1928 è partito ed è andato a vivere a Saigon, in Vietnam. Nel 1965 l’auto è stata comprata da un militare americano, che l’ha portata nell’Ohio. È rimasta dieci anni in un museo e poi è stata portata nel Michigan, per correre in pista. Successivamente è stata comprata da un inglese e l’auto vola a Birmingham per essere nuovamente comprata da un italiano. Nel 2013 l’ho comprata io e sono quattro anni che insieme facciamo la Mille Miglia… sono alla mia decima gara, ma l’emozione che mi dà questa macchina non me l’ha mai data nessun’altra. Perché questa B.N.C. è una macchina particolare, un’anteguerra, senza comfort, dura, difficile… Senza il mio co-pilota non sarei capace di fare niente, fa tutto lui…”.
Per il secondo atto ci siamo trasferiti in Piazza Vittoria che, come in passato, è tutt’oggi il centro per la punzonatura delle macchine dei partecipanti.
L’atmosfera cambia. L’entusiasmo è un crescendo… emoziona la folla numerosa al margine della Piazza, che ritroveremo lungo tutto il percorso di questo Museo Viaggiante.
Qui abbiamo incontrato i signori Perletti, Ezio e Riccardo, padre e figlio. Il signor Ezio è un veterano della Mille Miglia, sono vent’anni che sale sul palco di Viale Venezia, mentre il figlio è alla sua terza volta. Riccardo, classe 1994, alla guida della Alfa Romeo 6C 1750 Super Sport Zagato del 1930. Nonostante la giovane età è un grande appassionato e agguerrito corridore… hanno tagliato il traguardo in tredicesima posizione!
La partenza dal palco di Viale Venezia è un appuntamento immancabile. Una per volta, incolonnate pronte a sciogliere le briglie ai cavalli di potenza.
Era percepibile una forza magica, suggestiva e contagiosa, in cui il passato si confonde con il presente. I piloti immersi nell’ansia e il pubblico che li incoraggiava con le proprie grida. Il rombo dei motori, il calore del sole.
Gli equipaggi hanno visto sfilare davanti ai loro occhi uno scenario di storia e d’arte di alcuni dei luoghi, dei borghi e delle piazze, più belli d’Italia. Altrettanto suggestivi sono le bellezze naturali della campagna italiana, dei parchi naturali e dei luoghi affascinanti che hanno attraversato nel loro tragitto, un vero viaggio di esplorazione e scoperte.
Nel loro viaggio, da Brescia a Cervia, da Cervia a Roma, dalla Capitale a Parma e, infine, da Parma a Brescia. La gara di velocità del passato è stata trasformata in una di regolarità. L’ultima tappa con il pressostato è avvenuto nel piccolo circuito presso il Museo Alfa Romeo di Arese.
Da Viale Venezia a Viale Venezia, la partenza e l’arrivo quasi si confondono.
La stanchezza segna i visi, ma alcuni stregati dal pubblico, dall’entusiasmo e dalle affascinanti grida dei bambini, hanno ancora voglia di festeggiare. Un sorriso per aver tagliato il traguardo.
La conclusione sul palco, le auto sfilano per l’ultimo saluto alla gara, alla genuinità dell’accoglienza e per alcuni alla bellissima Italia. Sul podio sbaraglia l’Alfa Romeo: i vincitori Juan Tonconogy e Barbara Ruffini a bordo di una 6C 1500 GS “Testa Fissa” del 1933. In seconda posizione l’equipaggio composto da Giovanni Maceri e Daniele Bonetti a bordo di una 65 1500 SS del 1928, al terzo posto Andrea Vesco e Andrea Guerini sulla loro 6C 1750 Zagato del 1929.
Le classifiche complete sono disponibili qui.
All’anno prossimo con la Mille Miglia 2019, sempre la stessa e sempre diversa.
Un ringraziamento per l’accoglienza bresciana al Signor Salvi della Salvi Assicurazioni, al Signor Paolo G. e al Signor Bernardo.